Dopo una recente sentenza, adesso gli interessati possono richiedere il rimborso degli interessi su mutui variabili. Vediamo in quale caso.
La Corte di Appello di Milano ha emesso una decisione importante per coloro che hanno sottoscritto un contratto di mutuo variabile con clausola Floor tra il 2015 e il 2022.
Queste persone potranno ottenere un rimborso degli interessi pagati in eccesso rispetto a quanto avrebbero dovuto pagare. La clausola Floor è stata considerata vessatoria dalla Corte e le banche coinvolte sono state condannate a rimborsare i propri clienti.
La Banca d’Italia ha invitato gli intermediari finanziari a non inserire clausole di “tasso minimo” non pubblicizzate e non incluse nella documentazione di trasparenza e nei contratti.
Questo perché l’Euribor ha avuto un tasso negativo dal 2015, il che potrebbe interessare molti clienti. La Banca d’Italia ha già fatto questa raccomandazione nel 2016, sottolineando che queste clausole determinano l’applicazione di tassi di interesse non allineati con le previsioni contrattuali.
Mutui variabili, le clausole vessatorie per il rimborso a tutti i clienti interessati
L’associazione dei consumatori Altroconsumo ha diffidato nel 2016 alcune banche, Banco Bpm e Deutsche Bank, dall’inserire la clausola Floor nei propri contratti.
Dopo l’assenza di riscontro, sono state avviate le procedure giudiziarie. La Corte di Appello di Milano, nella sentenza 2836 del 6 settembre 2022, ha stabilito che anche se la clausola Floor andasse indicata correttamente nel contratto, va ugualmente considerata vessatoria.
La clausola non è parte essenziale del contratto, ma soltanto una clausola accessoria che non impedisce al cliente di continuare a pagare la rata, anche se con un importo che viene calcolato su uno spread più basso. La Corte sottolinea che la clausola Floor crea uno squilibrio eccessivo tra le parti, con una diversa distribuzione dei benefici e dei rischi accettata dal cliente che versa in una situazione di debolezza.
La sentenza ordina a Banca BPM di pubblicare il dispositivo sul proprio sito e sul Corriere della Sera entro 30 giorni. Ogni giorno di ritardo sarà soggetto a una sanzione pecuniaria di 1.032 euro. La banca è anche tenuta a rimborsare i clienti che hanno pagato tassi di interesse maggiori.
La restituzione delle somme deve essere effettuata per tutti i clienti, non solo i ricorrenti, attraverso il riaccredito delle somme o altre modalità. In alternativa, la banca deve comunicare ai clienti in forma scritta che la clausola floor nel loro contratto è nulla e che hanno il diritto di chiedere il rimborso.
I clienti hanno anche il diritto di nominare un consulente per farsi assistere. La sentenza è contro BPM e ci sono anche procedure simili contro Deutsche Bank. I clienti di altre banche possono chiedere consulenza per verificare se sono soggetti a clausole vessatorie.
Se una persona non ha ricevuto una comunicazione dalla banca riguardo alla restituzione di somme indebitamente pagate, può presentare un reclamo alla banca e richiedere il rimborso degli interessi pagati.